Locanda Genzianella

Vorrei raccontare di un’esperienza fuori dal comune: Locanda Genzianella (https://www.locandagenzianella.it/it/).

L’estate del 2020, oltre ad essere stata funestata dal problema covid-19, ha fatto inoltre registrare temperature record su tutto il territorio. Abbastanza disperata, lo ammetto, cercavo un luogo in cui staccare la spina, tirare il fiato, in cui star bene. Mi sono perciò messa alla ricerca sul web e la descrizione di Locanda Genzianella sembrava fare al caso mio:

Locanda Genzianella

 Un angolo di paradiso vi aspetta nascosto nell’entroterra di Gargnano, tra le montagne del Parco Naturale dell’Alto Garda: la Valle della Costa, anticamente chiamata valle del ‘formentù’ (mais in dialetto locale) in omaggio al suo passato contadino. Qui potrete scoprire un lato inedito del Lago di Garda, fatto di tranquillità, natura incontaminata e magnifici panorami.

Era il posto giusto al momento giusto. Non conoscevo la zona (e la mia proverbiale curiosità premeva); era sicuramente fresco (entroterra del lago); un po’ fuori dal circolo turistico comune (ideale in periodo corona virus).

Locanda Genzianella: dove si trova

Gargnano, Lago di Garda (BS)

Locanda Genzianella si trova nella frazione Costa, località Gargnano (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gargnano). Il borgo è inserito all’interno del parco Naturale dell’Alto Garda, un contesto molto verdeggiante, in cui, in un passato non molto lontano, a fare da padrone era la coltivazione del mais.

Frazione Costa di Gargnano

Dopo aver percorso circa 30 minuti di strada verso l’entroterra a partire dal lago di Garda, (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Garda), giungiamo a Locanda Genzianella.

A colpirmi del luogo è l’essere fuori dagli schemi. Mi sento come se avessi fatto un viaggio a ritroso nel tempo, al periodo delle mie vacanze da bambina. Qui tutto parla di semplice e di “buono”.

Troviamo la locanda arroccata in cima ad un lieve pendio. Entriamo e la prima cosa che vedo è il bar, punto di ritrovo del paese. Seduti ai tavoli delle persone, abitanti del luogo, che chiacchierano, ridono e giocano a carte. Le stesse facce allegre che ci faranno compagnia durante tutto il soggiorno. Fin dall’inizio sembra di essere a casa. L’atmosfera è informale, rilassata.

Locanda Genzianella, esterno

Ad accoglierci Maura e Giacomo, i padroni di casa: una coppia di giovani imprenditori che nel 2015 ha dato vita ad un progetto ambizioso e all’avanguardia per il periodo in cui hanno iniziato.

Creare un’attività integrata con il territorio, a stretto contatto con i produttori locali, sostenibile ambientalmente ed economicamente.

Dopo averci offerto da bere, Maura ci accompagna in camera. E anche qui rimango stupita. Più che la camera di un B&B, quella che vedo è la stanza di una casa. Il letto ha lenzuola ricamate, come quelle che aveva mia nonna. Niente di già visto. Almeno non durante una vacanza. Un piccolo bagno, tanta cura dei dettagli. Persino i saponi sono fuori dall’ordinario: tutti a base di limone, agrume molto presente e coltivato lungo le coste del lago.

Ma la scelta dei saponi a km zero è solo il fiore all’occhiello di ciò che offrono Maura e Giacomo nella loro locanda. Ad essere memorabile qui è tutto ciò che passa sulla tavola dei commensali. Le materie prime utilizzate sono di ottima qualità e provenienti da zone limitrofe (salvo qualche eccezione, di cui Maura spiega e racconta con dovizia di particolari a tutti i suoi ospiti). E i risultati si vedono. Anzi direi si assaporano.

Eccezionali i formaggi, per non parlare dei dolci: strepitosi.

Persino il pane viene autoprodotto con l’utilizzo di lievito madre. E visto che hanno costruito il forno a legna, ogni giovedì sfornano pizze per tutto quanto il borgo.

Detto ciò ad essere sorprendente è che a mandare avanti il lavoro sono solo Maura e Giacomo. Loro due con l’aiuto di un paio di altre persone o poco più.

Ed è questo che mi stupisce più di tutto. È vero, a Locanda Genzianella si sta bene: siamo in un borgo che ha deciso di vivere come negli anni ’80, in cui tutto è a misura d’uomo e c’è il giusto tempo per ogni cosa. Qui la vita trascorre in modo semplice, naturale, senza troppi artifici. E si mangia bene, molto bene, sano; il vino è eccezionale.

Conclusioni

È la passione che muove Maura e Giacomo a colpirmi. Nonostante la fatica, che è oggettivamente visibile sui loro volti, e comprensibile visto il da farsi quotidiano, la loro grinta ed energia mi arriva forte. Hanno un progetto, bello a mio avviso, in cui credono. E ce la mettono tutta, lo sento a pelle, e non solo dai racconti di Maura.

Per questa ragione Locanda Genzianella è stata un’esperienza fuori dal comune e bella. Non solo perché sono stata bene come ospite. Ma soprattutto perché ho avuto la fortuna, ancora una volta, di conoscere due persone con idee brillanti, per le quali lavorano alacremente.

https://www.locandagenzianella.it/it/default

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gargnano

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Garda

“Che Vino!” Il delivery di vino dedicato ai piccoli e medi produttori italiani

L’Italia e i suoi vitigni.

Il vino è passione, e nascere in Italia, terra ricca di sfaccettature e contrasti, è una vera e propria fortuna.

Qui ogni regione ha una tradizione locale legata a storie, usi e costumi.

E la molteplicità si riscontra non solo a tavola, ma anche nel bere, nel buon bere.

“Che Vino! “

Giuseppe Trisciuoglio, Federica Piersimoni e Elio Maria Piersimoni i founder di “Che Vino!”

Appassionata di vino quale io sono, profana del settore, ma attenta a ciò che bevo, sono rimasta colpita dalla scoperta di “Che Vino!”(https://www.chevino.club/).

“Che Vino!” è il frutto di un’idea nata dalla collaborazione di Giuseppe Trisciuoglio, esperto del settore beverage, di Federica Piersimoni, famosa travel blogger italiana, e da Elio Maria Piersimoni, personalità importante nel mondo del food.

“Che Vino!” è una start up che si occupa di delivery, di vendita online di vini di qualità.

Il core del progetto, vincente a mio parere, è il porre attenzione a tutte quelle che sono le produzioni vitivinicole dei piccoli e medi produttori italiani che, altrimenti, non si conoscerebbero facilmente.

La selezione dei vini è volutamente italiana, così come quella dei vitigni di natura autoctona, ed è relativa a tutte quante le regioni, dal Piemonte alla Sicilia.

La volontà dei fondatori è quella di far conoscere il territorio attraverso il vino, valorizzandone gli aspetti peculiari.

In questo modo tutti, e non solo gli esperti del settore food & beverage, hanno la possibilità di conoscere le storie, le tradizioni e la passione, che sono dietro alle cantine e alle loro produzioni.

Ogni settimana infatti “Che Vino!” dedica la sua attenzione ad un produttore locale, di cui ne racconta la storia e presenta i vini. In questo modo, attraverso la narrazione, si entra nella vita, nel lavoro dell’azienda. E anche berne il vino prodotto assume un altro sapore, un altro significato.

“Che Box!” e “Che Regalo!”

Su “Che Vino!” è possibile sottoscrivere un abbonamento mensile a “Che Box!”. “Che Box!” consegna a casa tre vini, accuratamente scelti, italiani, con un packaging riciclabile al 100% , fattore apprezzabile in un’epoca in cui si parla tanto di sostenibilità.

È possibile acquistare un cadeaux, “Che Regalo!” (bottiglia o gift card), da donare a qualcuno di speciale. Perché “Regalare una bottiglia di vino è un gesto d’amore verso noi stessi e gli altri.” (cit.)

Sul sito si trovano inoltre curiosità come quelle legate all’annosa questione abbinamento cibo-vino.

Mi piace il vino, mi piace l’idea di “Che Vino!”, mi piacciono le persone con spirito d’iniziativa e idee brillanti.

Anche per chi di vino ne sa poco,esattamente come me, con un aiuto come quello fornito da “Che Vino!”, scegliere cosa bere e farlo bene non sarà difficile.

https://www.chevino.club/


2021: Anno del “Girl Power”


Anno Nuovo al sapore di Donna

È iniziato un anno nuovo e di buoni propositi da formulare ce ne sarebbero a volontà. Se non fosse che siamo reduci di un anno funesto, che il destino ha voluto coincidesse con il primo da mamma. Essere donna è difficile. Essere madre e neo convivente è lavoro arduo.

L’ho capito strada facendo.

L’argomento è noto a molte donne, esseri multitasking.

Alcune si dividono fra casa e lavoro (e a queste va tutto il mio supporto). Altre, come me, mettono in standby la loro vita per dedicarsi completamente alla famiglia. Vi assicuro che anche questa soluzione non è semplice.

Questo è il pensiero di fondo con cui intraprendo il mio viaggio virtuale nel web.

Sono un po’ assonnata, lo ammetto, ma noto, con sorpresa, che il “leitmotiv” di molte delle notizie è proprio la donna. Sembra quasi che le mie riflessioni prendano forma, proiettandosi fuori dalla testa.

O magari, spero, finalmente le viene riconosciuto lo spazio che merita.

Elezioni USA: team di Joe Biden

Joe Biden e le sue donne

Già con la elezione di Joe Biden, avvenuta negli Stati Uniti lo scorso 3 novembre, si presagiva la riscossa femminile. Il neo presidente ha infatti scelto come membri del suo staff molte figure femminili.

E non mi riferisco solo a Kamala Harris, vice presidente eletta degli USA.

Ma anche a Jen O’Malley Dillon, manager della campagna di Biden, nominata vice capo dello staff; Dana Remus, parte del team legale della campagna Biden-Harris; Annie Tomasini, direttore delle operazioni dello Studio Ovale; Julie Rodriguez, direttore dell’Ufficio degli affari intergovernativi della Casa Bianca.

E molte altre. Persone con cui il presidente collabora da anni, di cui si fida. Donne appunto.

Oltre la politica, tanti sono gli ambiti in cui le donne spiccano per eccellenza.

Volutamente non cito come esempi quelli legati all’ambito medicale, che in tempi di Covid sono presenti ed attivi soprattutto nella ricerca.

E il 2021 sembra essere proprio l’anno della donna.

Mostre internazionali: Donne, le protagoniste

 

“Invitadas” Museo del Prado

Mi piacerebbe condividere con voi la notizia, che leggo sulla pagina online del magazine de “La Repubblica” “D” (l’adoro letteralmente). Trattasi di mostre internazionali programmate per l’anno 2021 tutte dal sapore femminile.

Innanzitutto va fatto un encomio ai musei, che hanno avuto la forza di reinventarsi, dando vita a mostre virtuali, nel periodo storico in cui il lockdown è diventato frequente quanto la pizza il sabato sera.

Comodamente seduti sul divano si può accedere ai grandi musei internazionali senza la necessità di un biglietto aereo.

Molti e interessanti gli appuntamenti previsti in questo nuovo anno a cui partecipare virtualmente, ma non solo.

Le first ladies degli Stati Uniti, National Portait Gallery,Washington

La National Portait Gallery di Washington celebra le premières dames che hanno fatto la storia d’America insieme ai loro consorti presidenti.

Una rassegna di oltre sessanta ritratti- dipinti, stampati o fotografici- dietro cui si nascondono ruoli, personalità, vite pubbliche e private delle inquiline della Casa bianca, da Martha Washington, nel 1789, fino a Melania Trump.

Percorribile virtualmente per intero, la mostra sarà attiva fino al 23 Maggio 2021.

“Invitadas” Museo del Prado

E’ la prima mostra fisica organizzata presso il Museo del Prado dalla sua riapertura: fino a Marzo 2021. Indaga la dimensione artistica femminile tra il 1830 ed il 1930 utilizzando 130 opere di loro realizzazione.

About time: fashion and duration, Costume Institute, The Met, New York

Il “The Met” di New York quest’anno ha modificato le date in conseguenza della pandemia, rinunciando al noto e sfarzoso Gala inaugurale.

A partire dalla prossima estate “The New Woman Behind the Camera”, 120 fotografe da tutto il mondo simbolizzano, attraverso la loro lente, l’ideale di Donna Nuova che ha preso forza un secolo fa ed i suoi sviluppi fino agli anni Cinquanta.

Dietro all’obiettivo troviamo l’italiana Tina Modotti, l’americana Berenice Abbott, la tedesca Gerda Taro, la messicana Lola Alvarez Bravo, l’austriaca Madame d’Ora. Tutte impegnate, non solo dal punto di vista tecnico.
Fino al 7 Novembre 2021.

E molti altri eventi ed iniziative tutti declinati al femminile.

Coco Chanel 

Coco Chanel: ritratto

E’ il 2021 l’anno della donna appunto, quello in cui si celebra anche il cinquantenario della morte di Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (Saumur, 19 agosto 1883 – Parigi, 10 gennaio 1971).

Il principale merito di questa donna straordinaria, con un’infanzia tutt’altro che agiata, è stato quello di aiutare il genere femminile a liberarsi da una serie di convenzioni ormai anacronistiche, regole strette e desuete.

Il lavoro della stilista partì dall’estetica e giunse all’anima, mentre le donne conquistavano, progressivamente, il diritto di voto e un ruolo centrale all’interno della società.

Movimento kutoo e le donne giapponesi

Vorrei infine citare una notizia di pochi giorni fa.

#kutoo rivoluzione femminista e cambio epocale

In Giappone il movimento kutoo ha riscosso grande sostegno da parte delle donne in carriera. La parola Kutoo è un mix di suoni simili tra la parola kutsu (che significa “scarpe”) e kutsuu (“dolore”).

No ai tacchi alti al lavoro e ad imposizioni relative al dress code per le donne.

Perché gli uomini giapponesi possono sentirsi liberi di non indossare la cravatta, mentre per le donne è caldeggiato l’uso dei tacchi in ufficio?

Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio movimento femminista, sintomo di un cambiamento epocale in atto.

Conclusione

Il ruolo della donna nella società è sempre stato di fondamentale importanza.

Virginia Wolf affermava che “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna“, riconoscendo l’importanza del genere femminile per il successo di quello maschile, ma destinandola ad un ruolo secondario.

Che il 2021 sia finalmente l’anno a partire dal quale si dirà che “Affianco ad ogni grande donna c’è sempre un uomo speciale“?

 

 

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/il-teambiden-tutte-le-donne-del-presidente

https://d.repubblica.it/life/guida/mostre_2021_online_musei_mondo_virtual_tour_gallerie_arte_internazionale-4860153/

https://npg.si.edu/

https://www.museodelprado.es

https://www.protagonistadonna.it/donne-giapponesi-kutoo/

https://www.metmuseum.org/

 

 

Bottigliette di plastica in montagna? Bressanone dice basta

“Bottigliette di plastica in montagna? Bressanone dice basta”

Che la plastica rappresenti un serio problema per l’ambiente è noto ormai da tempo.
I rifiuti plastici invadono la natura inquinandola, e le tempistiche di smaltimento possono essere molto lunghe raggiungendo, in alcuni casi, anche i mille anni.
Il riciclo è stato fino ad ora, il palliativo più frequentemente utilizzato.
Ma purtroppo non per tutti i prodotti plastici si può procedere in questo senso.

Dopo anni di denunce , dimostrazioni e manifestazioni si è finalmente giunti ad azioni concrete, che, per quanto piccole e/o isolate possano essere, sono la dimostrazione concreta che qualcosa sta cambiando nelle abitudini delle persone. Ma soprattutto, cosa più importante, nel modo di pensare comune.

Bressanone dice stop!

Il comprensorio della Plose, sopra Bressanone in Alto Adige, è uno degli esempi di questo cambiamento.


I gestori dei rifugi di questa area alpina, in collaborazione con la società Funivie Plose e il Comune di Bressanone hanno lanciato l’iniziativa “Refill”.
Trattasi di una bottiglietta di acciaio inossidabile, acquistabile presso varie località del comprensorio della Plose, al costo di € 9,90.
La bottiglietta in acciaio inossidabile può essere facilmente riempita alle numerose fontanelle assai frequenti in montagna, e soprattutto riutilizzabile all’infinito.

Un ritorno nostalgico al passato, che si propone essere un’ alternativa valida e intelligente alla bottiglietta di plastica.

Basti pensare al paradosso che l’acqua, contenuta nella bottiglia in questione, ha affrontato un lungo viaggio per arrivare in montagna, e ne affronterà un altro altrettanto lungo per essere smaltita in valle.

Una “follia logica” questa che ha, appunto, spinto i gestori dei rifugi e delle baite a dire basta alla plastica e sí all’acqua a chilometro zero, a partire dallo scorso agosto.

Un piccolo gesto di grande civiltà quello attuato dal comune di Bressanone. Una presa di coscienza mossa dall’evidenza che la plastica sta divorando il pianeta.

In fin dei conti qualche parte si dovrà pur cominciare a cambiare.
E sono i piccoli passi a far fare i lunghi tragitti.

Associazione Cammino di Sant’Agostino

“Associazione Cammino di Sant’Agostino”

 

L’ Associazione Cammino di Sant’Agostino, associazione senza scopo di lucro, nasce e si sviluppa grazie alla cooperazione di un gruppo di persone con in comune la condivisione  della passione per la valorizzazione della cultura del territorio.

Dal 2009 lavora con questa finalità, organizzando di una serie di cammini “lenti”, fra i quali il più importante è ” Il Cammino di Sant’Agostino “.

Cammino di Sant’Agostino – Immagine del percorso

Cammino di Sant’Agostino

Il “Cammino di Sant’Agostino” prevede il raggiungimento di 50 Santuari Mariani, dislocati in sette provincie per un totale di km 620 e un tempo di percorrenza stimato in 26 giorni.

Le tappe toccano i luoghi definiti “emblematici” della vita del santo: Cassago Brianza, luogo della conversione; Milano, ove fu battezzato nel 387 d.C.; Pavia, ultima tappa della sua vita.

Una delle caratteristiche peculiari del Cammino di Sant’Agostino è la forma del suo percorso a rosa stilizzata.
La rosa ha il suo fiore nella zona della Brianza; le foglie in direzione est ed ovest, a coprire le Provincie di Monza-Brianza, Milano, Varese e Bergamo. Il gambo unisce Monza, Milano, Pavia e Genova; le radici si estendono fino a toccare il suolo africano.

“La rosa” – Piantina del percorso sul territorio Italiano

Il Cammino infatti ha un tragitto che copre una notevole estensione e non si limita al solo territorio italiano.

E’ infatti possibile proseguire fino a Tunisi, Ippona toccando Sageste, dove sono appunto raffigurate le “radici” della rosa stilizzata.

Nella sua parte italiana il Cammino copre aree a densa urbanizzazione. A primo acchito questo potrebbe essere considerato un limite, un vincolo al vivere appieno un’esperienza che vorrebbe essere spirituale e di liberazione.

In realtà questo tipo di esperienza, il confronto con la quotidianità, vissuto con lo spirito del pellegrino, del viandante, può essere molto utile per capire i limiti della vita moderna.

Uno spunto di riflessione su quelle che sono le condotte da migliorare, al fine di poter vivere meglio.

Il Sentiero di Leonardo

Oltre al “Cammino di Sant’Agostino” l’ Associazione promuove e organizza un tour chiamato “Il Sentiero di Leonardo”, cammino che unisce Milano alla Svizzera, fino al Passo San Bernardino.

Sentiero di Leonardo – Mappa

I kilometri coperti dal percorso sono in questo caso 240 in 12 giornate.

I luoghi oggetto di interesse sono quelli connessi in modi diversi al Maestro Leonardo da Vinci.

Sfruttando i sentieri storici costruiti nei secoli per ragioni logistiche e soprattutto economiche, il sentiero di Leonardo consente di conoscere una parte di fondamentale importanza per lo sviluppo della società del tempo.

Un’indagine storico ed economica dentro una di carattere più “biografico”.

Il camminare, il peregrinare è considerato un po’ la metafora del destino dell’essere umano, sempre alla ricerca di risposte su di sé e sul senso della vita. “Dove andrà la mia vita?” quesito agostiniano, è perfettamente rappresentato dall’incedere camminando con tutte le sue gioie e i suoi dolori.

Sentiero di Leonardo – Veduta del percorso

Sfruttando occasioni come i cammini organizzati dall’ Associazione Cammino di Sant’Agostino si ha la possibilità, non solo di scoprire luoghi meravigliosi, che hanno fatto da sfondo a personalità illustri come il Santo e il Maestro Da Vinci, ma anche indagare se stessi.

 

Per maggiori informazioni

http://www.camminodiagostino.it/it

 

Associazione Culturale Il Cammino di Sant’Agostino

Via Volta, 16
23876 Monticello Brianza (LC) – Italy

Tel  +39 348 4527583

info@camminodiagostino.it

 

 

Associazione per la Promozione Sociale Gente di Montagna

“Gente di Montagna”

Amare la montagna è una “missione”.

La montagna è fatica, sforzo, sacrificio. E lo sa bene chi vive le cosiddette Terre Alte.

Ma lo impara anche chi se ne innamora, frequentandola. E una volta che scocca la scintilla la passione sarà eterna.

ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE SOCIALE GENTE DI MONTAGNA

L’ Associazione per la Promozione Sociale Gente di Montagna inizia a muovere i primi passi nel 2002 grazie alla collaborazione e cooperazione di un gruppo di persone, provenienti da ambiti diversi, uniti dalla passione per la montagna, di cui si fanno promotori.
Nel 2005 l’ Associazione Gente di Montagna viene istituzionalizzata e comincia ad organizzare progetti, iniziative, incontri, legati al mondo della montagna. Lo scopo principale è la promozione delle zone montane, delle Terre Alte, con la sua natura impervia e mozzafiato e le sue caratteristiche dinamiche sociali.

Progetti

SENTIERI NERI

Fra i progetti di Gente di Montagna di interesse troviamo “Alture 2019″ un “Festival-ma-non-solo”, che quest’anno coprirà l’intero anno solare, e realizzerà diversi eventi sui monti bresciani.

La rassegna di film Montagne e Montanari, che con l’inizio della bella stagione, organizza quattro appuntamenti, durante i quali vengono proiettati i film in cui sono le Terre Alte ad essere protagoniste.
Sarà possibile, al termine delle proiezioni, degustare prodotti tipici messi a disposizione da produttori locali per i partecipanti all’evento. Un’occasione ghiotta per conoscere anche l’aspetto godereccio della tradizione culinaria montanara.

Filmati e Documentari

Numerosi sono i filmati e i documentari prodotti da Gente di montagna, alcuni dei quali insigniti di riconoscimenti importanti.
L’interesse nasce spontaneo trattandosi di veri spaccati della vita tipica delle Terre Alte.

Il BOSCO GIOVANE è il primo dei capitoli in cui si racconta l’enorme importanza che ha il bosco per la società. Le riprese sono state effettuate nel 2011 presso la foresta di Carpaneta, in provincia di Mantova, partecipando nel 2012 all’Orobie Film Festival.

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DI PADRE IN FIGLIA ha partecipato, fra i vari concorsi, anche alla Festa della Montagna di Cuneo. Il documentario racconta la storia di una giovane universitaria che trascorre le sue estati in Val Gabbia, con il padre e molti “personaggi” che le fanno compagnia. Un esempio di quanto la natura impervia della montagna, con le sue fatiche e difficoltà, aiuti ogni giorno a crescere e maturare un po’ di più.

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La storia di IGNAZIO CECCARELLO, pastore dei monti Sicani siti in provincia di Agrigento. Ignazio vive in solitaria, trascorrendo la sua esistenza in una delle zone d’Italia sconosciuta ai più, dimostrando un enorme forza interiore, la stessa che hanno tutti coloro che oggigiorno decidono di scappare sulle Terre Alte alla ricerca di un futuro migliore.

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La felicità degli abitanti delle Terre Alte è una felicità inconsapevole, una “felicità fino a prova contraria” perché, come sostiene Mauro Corona:

“Lassù si erano liberati dal desiderio di felicità e perfino dalla speranza, perciò vivevano in pace e tranquilli lì, avevano cioè trovato la felicità. Ma loro non lo sapevano e campavano così.”

Ed infatti della grandezza della montagna te ne accorgi solo scendendo a valle, osservandola dal basso nella sua maestosità. Esattamente come accade ai mortali che osservano dal basso gli dei dell’Olimpo.

 

Contatti

Mail: info@gentedimontagna.it

Associazione per la Promozione Sociale

GENTE DI MONTAGNA

via Lorenzo lotto 2/a

24126 Bergamo BG
Italia

Per approfondimenti:

https://www.gentedimontagna.it

https://shop.langhe.net/https://shop.langhe.net/?shp=263

BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL 2019

“BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL 2019”

Nel 2019 il BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL giunge alla sua 44esima edizione, e anche quest’anno è la natura incontaminata, declinata nelle sue molteplici versioni, ad essere lo sfondo privilegiato dei protagonisti dei film proiettati nel corso del festival.

https://www.banff.it/gallery/le-immagini-simbolo-del-bmff-2/

Dal 1946, anno in cui ebbe inizio ad Alberta in Canada, il BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL raduna i più grandi esperti di alpinismo e outdoor a livello mondiale che, per nove giorni danno la possibilità ai partecipanti di comprendere la loro passione per la natura attraverso film, lungometraggi, cortometraggi, libri.

Dal 2013 il BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL coinvolge ed interessa anche l’Italia.

La prima edizione, durata 6 giorni, è partita da Milano e si è conclusa a Lecco.

Il suo successo è stato tale da vedere duplicate le giornate nel 2014 ed è arrivato quest’anno a coprire 29 città in 2 mesi (11 Febbraio 2019-Milano; 10 Aprile 2019-Cuneo).

Nel corso del BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL vengono proiettati circa 400 film. Al termine una giuria costituita da “addetti ai lavori” li giudica ed assegna diversi premi a seconda della categoria: Best Film on Mountain Culture, Best film on Exploration and Adventure; People’s Choice Award…

https://www.banff.it/gallery/le-immagini-simbolo-del-bmff-2/

 

I protagonisti dei film sono atleti professionisti, che si cimentano in vere e proprie imprese, mettendo alla prova la loro preparazione e i loro limiti.

È ben chiaro che non è possibile per tutti replicare questo genere esperienze…

Alla base di queste prove c’è tanta passione per la natura, lo sport e la vita outdoor, ma anche la necessità di testare materiali ed attrezzature nuove.

In questo modo gli atleti possono dare feedback importanti alle aziende produttrici di cui spesso sono sponsor. Ma anche far conoscere e dare informazioni utili agli appassionati di sport.

BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL ITALIA 2019

BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL 2016

In Italia il BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL inizia il suo tour itinerante a Milano l’11 Febbraio, e termina a Cuneo il 10 Aprile 2019.
In ogni città del tour viene proposta una selezione dei migliori film presentati al festival canadese. Uno spettacolo della durata di circa due ore, nel corso del quale si ha la possibilità di poter rivivere l’esperienza dell’atleta.
Fra i film selezionati quest’anno, che sono tutti in lingua l’originale e con sottotitoli in italiano, possiamo trovare “Dreamride III”; ” Reel Rock 12″; “Far Out: Kay Jones”, la storia di un undicenne appassionato di montagna che, seguendo le orme della famiglia, sfida i propri limiti con salti ed acrobazie spettacolari.

I biglietti sono acquistabili su Vivaticket all’indirizzo https://www.vivaticket.it/ita/search

o attraverso il sito ufficiale del BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL

https://www.banff.it/event-category/tour-2019/

Montagne; fiumi; mare; deserti; natura selvaggia. Tutto questo e molto di più è BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL.

Un’occasione per esperti e addetti ai lavori, ma anche per tutti coloro che amano la vita all’aria aperta e lo sport.

Per ulteriori relativi al BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL ITALIA consultare il sito:

https://www.banff.it

O  contattare:

organizzazione@banff.it

 

https://shop.langhe.net/https://shop.langhe.net/?shp=263

 

 

Collisioni – Il Festival Agrirock

“Collisioni – Il Festival Agrirock”

 

Collisioni, “Festival Agrirock”, considerato il miglior festival italiano da parte della critica mondiale, è un evento culturale trasversale, che coinvolge artisti internazionali legati al mondo della musica, della letteratura e dello spettacolo.
Nato sotto il patrocinio della Regione Piemonte (https://www.regione.piemonte.it/web/) 2009, per volere di un team tutto Made in Italy di personalità appartenenti all’ambito della letteratura e dello spettacolo, Il Festival Collisioni è cresciuto in modo esponenziale, decretando il suo successo e diventando un evento di culto di carattere internazionale.

Nelle passate edizioni del Festival Collisioni hanno infatti partecipato personalità illustri come Bob Dylan, Jamiroquai, Patti Smith, Deep Purple, Sting, Mark Knopfler, Elton Jhon. Ma anche, per citarne alcuni, altrettanto importanti e italiane, Renato Zero, Zucchero, Gazzè-Consoli-Silvestri, Francesco Guccini, Ligabue.

Il Festival Collisioni non è solo musica, buona musica. Ma è cultura in generale. Ad animare questa rassegna possiamo trovare scrittori ed artisti, nazionali ed internazionali, come Paul Auster, Josè Saramago, Ian McEwan, Daniel Pennac, Dario Fo, Niccolò Ammaniti, Carla Fracci, Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone. E molti molti altri.

Festival Collisioni: di cosa si tratta?

Ci sono vari elementi che rendono Collisioni un evento unico nel suo genere.

In prima battuta direi la libertà di intervento, l’atmosfera informale. Il pubblico, per lo più costituito da ragazzi under trenta, è invitato a prendere parte attivamente a dibattiti legati a problematiche e questioni attinenti la modernità. Una volontà di scambio e confronto che in poche situazioni analoghe si può trovare.

Ma la vocazione pedagogica, educativa e sociale è peculiare di Collisioni.

Il festival infatti ospita inoltre gratuitamente più di 400 ragazzi appartenenti alle zone più in difficoltà economica, che partecipano come volontari nell’organizzazione dell’evento.

Altro elemento caratterizzante, come dicevamo, la trasversalità. Non solo dibattiti, non solo musica, ma anche cinema e perché no, enogastronomia. Collisioni si svolge in una delle zone, regioni più belle d’Italia, il Piemonte, le Langhe. E nello specifico è lo splendido paese di Barolo a offrire lo sfondo a questo evento culturale internazionale, con le sue colline e le sue vigne storiche, il museo del cavatappi, le cantine dei produttori di vino e il Castello.

Festival Collisioni Edizione 2019 11°Edizione

Il Festival Collisioni giunge alla sua undicesima edizione e anche quest’anno si preannuncia essere l’evento più caldo dell’estate.

Di seguito le date dei primi i concerti annunciati:

LIAM GALLAGHER
Giovedì 4 Luglio ore 21.30
Biglietti e prevendite disponibili dal 1101..2019 sul sito http://www.ticketone.it

THIRTY SECONDS TO MARS
Domenica 7 Luglio ore 21.30
Biglietti e prevendite disponibili dal 22.11.2018 sul sito http://www.ticketone.it

MACKLEMORE
Mercoledì 10 Luglio ore 21.30
Biglietti e prevendite disponibili dal 12.11.2018 sul sito http://www.ticketone.it

Per maggiori informazioni:

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Festival Collisioni, Luglio 2019, Barolo: un’occasione da non perdere per ascoltare buona musica, partecipare a dibattiti e anche per bere del buon vino.

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Alta Via delle Grazie

Alta Via delle Grazie

Si propone come l’alternativa lombarda al Cammino di Santiago de Compostela. E viste le caratteristiche, ha le carte in regola per esserlo!
L’ Alta Via delle Grazie è stato inaugurato lo scorso 15 luglio ed è il primo cammino devozionale in provincia di Bergamo.


Il percorso totale è lungo 315 km e tocca 17 Santuari e diverse chiese Mariane. È collegato ad altri due cammini lombardi di natura simile: il Cammino di Sant’Agostino e quello della Rosa Rampicante. Entrambi prevedono come meta finale Pavia, città in cui sono custodite le reliquie di Sant’Agostino, e luogo di passaggio della via Francigena.
Il collegamento dell’Alta Via delle Grazie ai due cammini esistenti, avviene attraverso il Santuario di Caravaggio, da cui si risale verso Bergamo e quindi alla Valle Seriana e all’Alto Sabino. Luoghi suggestivi e ricchi di bellezze artistiche e faunistiche, in cui si può inoltre godere anche dei piaceri del buon cibo e vino. Il percorso dell’Alta Via delle Grazie infatti è strutturata in modo da poter accogliere ed ospitare i pellegrini, esattamente come accade in Santiago de Compostela, il tutto utilizzando i sentieri delle Alpi Orobiche.

Passaporto del Pellegrino

A chi vorrà cimentarsi nell’impresa delle 17 tappe in 315 km, verrà fornito il cosiddetto “passaporto del Pellegrino”, sul quale annotare le varie mete e traguardi raggiunti.


Il teatro naturale in cui si dispiega il cammino dell’Alta Via Delle Grazie, compreso fra il lago di Iseo e il fiume Serio, è sicuramente uno dei più suggestivi della Lombardia. Fra le tappe più affascinanti, per chi volesse provare solo una parte del percorso, è quella che parte da Castione della Presolana e giunge a Sovere, per un totale di km 22.
Un’esperienza da fare e che intendo io stessa provare…

Adatta per chi ama camminare a livelli più o meno agonistici; per coloro che sono devoti e intendono fare un percorso interiore; per tutti coloro che amano la natura e il silenzio.

Museo della Macchina da Scrivere, Milano

“Il Museo della Macchina da Scrivere”, Milano

 

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La macchina da scrivere

Che scrivere sia sempre stato il mio pallino è cosa nota, soprattutto a chi ha la “fortuna” di conoscermi bene…
Fin da piccola carta, penna e colori sono stati il mio passatempo preferito. Poi è arrivata l’età della scolarizzazione e nuovi strumenti hanno iniziato a colpire la mia curiosità.

Sicuramente la macchina da scrivere è stato il primo fra gli oggetti destinati alla scrittura, a catturare il mio interesse. Ricordo ancora il giorno in cui la vidi per la prima volta.

Era lì, bella, color verde acqua e ovviamente “off limits” per una bambina…
Ma le cose non andarono esattamente così e tutto ebbe inizio.

Per questa ragione, volendo un po’ romantica e sentimentale, non potevo farmi sfuggire l’occasione di segnalare una chicca

Il Museo delle macchine da scrivere

Nato nel 2006 nel quartiere Isola di Milano, grazie alla passione di un collezionista, Umberto Di Donato, il Museo delle macchine da scrivere conta oggi circa 1800 pezzi, alcuni dei quali molto antichi o appartenuti a personaggi importanti, come Francesco Cossiga per menzionarne uno.
Oltre a quelle da scrivere sono esposte anche macchine da calcolo e altri strumenti connessi all’argomento.

Il Museo offre la possibilità di sperimentare l’utilizzo di buona parte delle macchine esposte.

Una caratteristica questa del Museo delle Macchine da scrivere, che lo differenzia rispetto ai tradizionali musei, rendendolo un luogo fuori dal comune.

Umberto Di Donato ha dato inoltre vita ad un’associazione culturale molto attiva che organizza mostre itineranti in Italia e all’estero e diversi corsi fra cui dattilografia o scrittura cuneiforme per citarne uno.

L’associazione dà la possibilità a chi lo desiderasse, di usufruire degli spazi del museo per organizzare attività di vario genere. Un modo utile e intelligente per far conoscere l’operato di Umberto Di Donato e il museo stesso.

È possibile, volendo iscriversi all’associazione, versando un contributo che consente di usufruire di alcuni vantaggi.

Perché andare a far visita al Museo della Macchina da Scrivere?

Sicuramente perché è un momento Armarcord per chi ha già vissuto l’esperienza “macchina da scrivere” in passato. Essa rappresenta inoltre un progenitore del PC o perlomeno della sua tastiera, e quindi perché non investigare…

E poi il Museo della Macchina da Scrivere ha la fortuna di trovarsi in uno dei quartieri più belli e culturalmente attivi della moderna Milano…

Quindi direi: buona visita!

Museo della Macchina da Scrivere

Indirizzo: via L.F. Menabrea, 10 – 20159 – Milano (MI)
Telefono: +39 347 8845560
E-mail: info@museodellamacchinadascrivere.org

 

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