Montagna e disabilità: un binomio vincente grazie a Joelette

“Montagna e disabilità: un binomio vincente grazie a Joelette”

“Non esiste disabilità che non possa essere superata”

Montagna e disabilità: connubio che non sembrerebbe avere molto in comune.

Affermazione in prima battuta oggettivamente vera, dato che la montagna, per sua conformazione naturale, implica fatica e difficoltà negli spostamenti.

Esistono fortunatamente casi in cui le barriere possono essere superate, abbattute, specie se scendono in campo sentimenti come l’umanità e l’amore per il prossimo.
Ne abbiamo avuto una dimostrazione poco tempo fa in Trentino, ove quest’anno è stata la Sat di Pergine ad organizzare un’escursione per le persone affette da handicap fisico.
I volontari hanno condotto i disabili da Redebus fino a val dei Mocheni, grazie all’utilizzo della sedia Joelette.

Joelette

La Joelette è stata inventata dal francese Joël Claudel nel 1987.

Alpinista e guida, Joël Claudel progettò un mezzo di trasporto in grado di consentire alle persone affette da disabilita fisica, di avventurarsi nelle vie più impervie, lungo i sentieri di montagna.

Le motivazioni che spinsero Joël Claudel a dar vita al primo prototipo di sedia furono, esattamente come per i volontari del Sat di Pergine, di natura umanitaria e altruistica.

Claudel voleva infatti regalare una gita in montagna a suo nipote Stephan, amante della montagna come lui, colpito da una malattia degenerativa che non gli permetteva più di godere della sua passione.

La sedia Joelette è una sorta di risciò quindi, composta da una ruota dotata di sospensioni, freni, e da una seduta. I trasportatori, in genere nel numero di due o tre, si posizionano tra la parte anteriore e posteriore e trasportano il disabile, afferrando gli appositi bracci di cui Joelette è dotata.

“Volontari che utilizzano la Joelette durante un’escursione con i disabili”

Dal giorno della sua invenzione Joelette è stata impiegata in varie occasioni ed ambiti.
Ha incontrato il running per esempio, ed è diventata una disciplina sportiva di cui si è disputato il Mondiale lo scorso 2 Giugno a Saint Trojans Les Bains, in Francia.
Sono proprio i francesi ad avere l’idea di dar vita ad una gara mondiale, seguiti da un gruppo di italiani altrettanto appassionati e folli.
La vera vittoria è stata la somma raccolta (ben 29.000 euro), grazie al crowd funding di Rete del Dono e alle sponsorizzazioni.

Un successo e una conferma che i buoni sentimenti possono veramente tutto.

Trentino Alto Adige

Il Trentino è la realtà italiana in cui le carrozzine da escursione sono più diffuse, grazie all’impegno e alla sensibilità di tanti volontari.
Ed è Ivo Tamburini, che nel 2006 ha abbattuto il muro fra disabilità e montagna, portando un gruppo di non vedenti a fare una ferrata, a dar voce al pensiero comune dei volontari.
“Noi riceviamo molto di più di quello che stiamo dando perché le emozioni, le sensazioni che loro provano ci danno un arricchimento notevole.”

 

“Paesaggio montano: un’impresa possibile anche per i disabili”

“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza.” (cit. George Bateson)

Non esiste al mondo differenza che giustifichi un atteggiamento ostile, di chiusura verso il prossimo.
Non è l’isolamento del “diverso” che arricchisce, bensì il confronto con esso.

Bottigliette di plastica in montagna? Bressanone dice basta

“Bottigliette di plastica in montagna? Bressanone dice basta”

Che la plastica rappresenti un serio problema per l’ambiente è noto ormai da tempo.
I rifiuti plastici invadono la natura inquinandola, e le tempistiche di smaltimento possono essere molto lunghe raggiungendo, in alcuni casi, anche i mille anni.
Il riciclo è stato fino ad ora, il palliativo più frequentemente utilizzato.
Ma purtroppo non per tutti i prodotti plastici si può procedere in questo senso.

Dopo anni di denunce , dimostrazioni e manifestazioni si è finalmente giunti ad azioni concrete, che, per quanto piccole e/o isolate possano essere, sono la dimostrazione concreta che qualcosa sta cambiando nelle abitudini delle persone. Ma soprattutto, cosa più importante, nel modo di pensare comune.

Bressanone dice stop!

Il comprensorio della Plose, sopra Bressanone in Alto Adige, è uno degli esempi di questo cambiamento.


I gestori dei rifugi di questa area alpina, in collaborazione con la società Funivie Plose e il Comune di Bressanone hanno lanciato l’iniziativa “Refill”.
Trattasi di una bottiglietta di acciaio inossidabile, acquistabile presso varie località del comprensorio della Plose, al costo di € 9,90.
La bottiglietta in acciaio inossidabile può essere facilmente riempita alle numerose fontanelle assai frequenti in montagna, e soprattutto riutilizzabile all’infinito.

Un ritorno nostalgico al passato, che si propone essere un’ alternativa valida e intelligente alla bottiglietta di plastica.

Basti pensare al paradosso che l’acqua, contenuta nella bottiglia in questione, ha affrontato un lungo viaggio per arrivare in montagna, e ne affronterà un altro altrettanto lungo per essere smaltita in valle.

Una “follia logica” questa che ha, appunto, spinto i gestori dei rifugi e delle baite a dire basta alla plastica e sí all’acqua a chilometro zero, a partire dallo scorso agosto.

Un piccolo gesto di grande civiltà quello attuato dal comune di Bressanone. Una presa di coscienza mossa dall’evidenza che la plastica sta divorando il pianeta.

In fin dei conti qualche parte si dovrà pur cominciare a cambiare.
E sono i piccoli passi a far fare i lunghi tragitti.

Museo diffuso Alta Via del Tabacco – Valbrenta

Museo diffuso “Alta Via del Tabacco” Valbrenta

http://www.valbrenta.net

 

Alta via del Tabacco, Valbrenta

Il mio interesse per il sito nasce dall’incontro fortuito di una serie di elementi.

Primo fra tutti il fatto di aver letto un libro, “L’ Anima della Frontiera” di Matteo Righetto edito da Mondadori (€ 18,00), che ho letto in un sol fiato per il modo in cui è scritto e perché mi ci sono ritrovata bene dentro.

Quindi per la mia grande passione, la montagna, che ho scoperto solo crescendo e maturando, senza la quale ora non avrebbe senso molto di ciò di cui mi occupo. Senza il respiro che periodicamente mi dà, non potrei affrontare serenamente quella che è la mia vita quotidiana.

Ed infine probabilmente un richiamo atavico, visto che sono un po’ anche le mie zone di origine.

Il sito, facile da consultare, intuitivo ed agevole, offre una panoramica chiara ed ampia su tutto il territorio.
Troviamo informazioni di carattere storico e culturale e sui luoghi in cui alloggiare.
Molte le iniziative di carattere sportivo, legate al fiume Brenta come percorsi in canoa, hydrospeed e rafting per tutti i gusti, easy, family, adventure, extreme.
È possibile inoltre partecipare ad una settimana completamente dedicata allo sport con programmi all-inclusive, che prevedono pernottamento e prima colazione nella splendida casa sul fiume www.casasulfiume.it

Casa sul fiume, Valbrenta

In connessione con il romanzo di Righetto precedentemente menzionato, vorrei infine segnalare l’attività di escursione legata al percorso

Alta Via del Tabacco, Valbrenta

www.valbrenta.net/sport-e-natura/alta-via-del-tabwwwacco.html

Il sentiero, impegnativo per i tempi di percorrenza, può essere suddiviso in tre parti:

Costa a Valstagna
Valstagna a Campolongo
Campolongo a Bassano

Viene comunemente definito “Museo diffuso Alta Via del Tabacco”.
Gli insediamenti e i terrazzamenti, costruiti ad Alta Quota, svolgevano infatti un’importante funzione di unione sociale fra gli abitanti del luogo, che svolgevano il duro lavoro di coltivazione del tabacco.
Proprio tali colture consentirono una rivoluzione per l’economia del luogo che nel corso della prima metà del ‘600 ne trasse vantaggio.
Della plurisecolare produzione oggi ne rimane solo il ricordo legato ai terrazzamenti sostenuti dai muri a secco che gli abitanti del luogo chiamano “masiere”. Tali costruzioni che si innalzano a circa 500 metri sul Brenta, furono costruite a mano sui pendii, con la speranza che fossero di aiuto e sostentamento per gli abitanti della Val di Brenta.